lunedì, giugno 15, 2009

Postcard n.1

se non scatti una foto, almeno scrivi due righe.

se partire è un po' come morire, allora resuscito regolarmente.
dalle ore piccole della sera prima passo al fuso orario del giorno dopo.
perché all'arrivo è tutto un po' fuso e confuso. 
Le mille luci della ribalta, le sdraio a righe come quelle dei Bagni Maria, le borse tarocche vedute per strada neanche fossimo al mercato.
invece è solo un gran bazar.
essere o non essere turista, questo è il problema. 
risolvo l'enigma con una nuova identità. Sarò homeless, clochard, senza tetto.
tanto senza tette lo son già.
Senza amici mai invece. Vorrei dare di più, restituire con gli interessi da usuraio ogni abbraccio, ogni sorriso, ogni minuto che mi dedicano.
la formula matematica però, come a scuola per me è come l'arabo.
parole con un suono ma senza una sostanza. bisognerebbe dargli un senso, fosse anche solo leggendole al contrario.
Vado al contrario, verso nord, una lunga notte in bus che mi porta all'altro mondo.
Ma resuscito di nuovo.
Non ti conosco, non mi conosci. O forse sì, in una vita precedente.
Ringrazio per quella attuale. 
Perché cammino, perché vedo, perché sorrido, anche per quello che vorrei ma non ho.
Osservo piccoli gesti di intimità, un po' vi invidio. 
in verità pero' per avere, basterebbe volere.
Ma se voglio tutto, poi ottengo di più?
Qualcosa, qualcuno, qualche.
va bene così, l'importante è resuscitare.
 


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